sabato 5 giugno 2010

The KT Project - Book 1

E finalmente è arrivata, la mia prima giornata dedicata a questa incredibile esperienza.
Complice un soleggiato e ventilato 2 giugno, il Rapa Nui ha fatto da sfondo a quello che per me era il primo atto, una prima prova. In realtà le esercitazioni dei due profondisti vanno avanti già da un po', ma solo ora Marco ed io ci siamo inseriti per cominciare a capire come muoverci e cosa fare.
Che dire... partecipare a questo genere di cose è sempre stato un mio desiderio grandissimo e ora capisco perché. Il ruolo del safety-diver non è per nulla semplice o meglio, per citare il mio esimio trainer,
"...un compito gravoso, pieno di responsabilità e di insidie. Un lavoro poco gradito da molti..."
e basta un'immersione di prova, massima profondità -30 (per Marco e me) e un fondale molto fongoso per realizzare quanto quelle parole in corsivo siano niente meno che un vero e proprio dogma...

Va considerato che Marco ed io abbiamo un buddy affezionatissimo ed inseparabile, che è il signor Murphy con tutte le sue belle leggi del cavolo. Quindi dopo un ingresso faticoso, segnato dal caldo, dal cercare di non calpestare le decine di bagnanti sdraiati al sole e dalla necessità di prestare totale assistenza alla preparazione del profondista (la sua complessa configurazione deve essere perfetta e l'aiuto del safety-diver è indispensabile per non aggiungere inutile affaticamento), finalmente si parte, godendosi il fresco del lago e l'emozione per l'avventura che inizia.
Purtroppo la pianificazione salta per un piccolo incidente di percorso e ci ritroviamo a salire in superficie separati, ognuno con il suo profondista. Un piccolo spavento c'è stato, ma come sempre la risalita e la poca deco fatta con Walter diventano un'occasione per lavorare, per provare un cambio gas d'emergenza, per controllare che il suo assetto (e quello delle sue fasi) sia perfetto durante il traino con lo scooter, per scoprire "in loco" come il rebreather gestisce la pO2 e come funzionano i tripli allarmi (a monitor, visivo e acustico) in caso di iperossia o di ipossia. Un minimo di confidenza con la sua macchina mi aiuta ad assisterlo meglio e mi fa anche saggiare la precisione e la ridondanza mirata (leggasi "sicurezza") di uno strumento dalle potenzialità infinite, ma forse ancora temuto per troppa chiusura alle innovazioni... beh, non è mio compito per ora esprimere giudizi. I dati raccolti col KT Project serviranno anche a quello. Io cerco solo di capire e, come sempre, vado a sensazioni.

Insomma, il tuffo è saltato, cosa che capita nella subacquea, ma è stato il pretesto per imparare. Ho visualizzato l'immersione tantissime volte, dall'inizio alla fine, minuto per minuto, al fine di individuare (con l'aiuto delle telefonate e delle e-mail di Walter) tutte quelle piccole imprecisioni che avrei potuto evitare, quei piccoli gesti che avrebbero risolto piccole preoccupazioni in un attimo.
La lucidità e la tranquillità sott'acqua non bastano. E' necessario raggiungere una visione globale della pianificazione e un'elasticità di pensiero che porti a reagire nel modo più corretto, semplice, veloce e sicuro.
Ma tutto questo si ottiene, siamo sempre lì, con lo studio, la preparazione, la pratica. Questa del safety-diver è per me un'occasione importantissima, l'ennesima opportunità di mettermi in gioco con accanto Walter e tutte quelle persone che mi stanno dando forza lungo questo mio cammino. E non è una sfida da vincere, badate, non è un limite da superare né una battaglia da affrontare. Sarebbe pericoloso vederla in questo modo. E' piuttosto un percorso di miglioramento, un sentiero da seguire avanzando con piccoli ma faticosi passi, con umiltà e con la voglia di imparare.
Questa visione delle cose mi ha già regalato inaspettate soddisfazioni nei mesi appena trascorsi, sia come tech-diver, sia come istruttore, sia come semplice subacqueo per la mia buddy. Ed ora si procede, perché per me è ancora troppo presto per fermarmi, ho ancora un sacco di cose da imparare, ho voglia di far fatica, di sudare, di spostare chili e chili di attrezzatura e, una volta a mollo, poter esclamare "mi sto divertendo tantissimo!" come mercoledì scorso. :-)

Ora si aspetta domenica 13, a Castelveccana, per il book 2...

NOTA DEL GIORNO: un ringraziamento al gruppetto delle nostre accompagnatrici, che hanno dato prova di avere tantissima pazienza e che sono state premiate da un sole meraviglioso stemperato da un venticello secco e fresco.
E grazie a Winky per essersi tuffato nel lago terrorizzando le anatre e puntando dritto verso le boe dei sub (è stato dissuaso dall'addentarle e riportarle a riva, per fortuna...)

;-)


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