giovedì 27 settembre 2012

The Shark Pack

...che anche se c'è brutto tempo, anche se il mare è mosso e il cielo grigio, un gruppo affiatato trasforma ogni giornata in una bella giornata... lo Shark Pack è della Seadragon è garanzia di qualità, divertimento, successo... e che bello riunirsi davanti ad un bel piatto di pasta e una bella frittura di pesce... :-P

Grazie a voi ho trovato una spinta fortissima per mandare avanti il progetto Seadragon, che tra alti e bassi sta finalmente decollando in maniera ufficiale.

Ma soprattutto... ci pensate che tra poco ce ne andiamo a Sharm??? =-)

Chiudo con l'ormai famoso parto della giornata di sabato, nonché mio primo esperimento con un editor di filmati...

Sub-Normal Activity

giovedì 6 settembre 2012

So live your life...


Che dire... non necessita di commenti. L'ultima strofa poi è la mia preferita... =-)


"So live your life that the fear of death can never enter your heart. Trouble no one about their religion; respect others in their view, and demand that they respect yours. Love your life, perfect your life, beautify all things in your life. Seek to make your life long and its purpose in the service of your people. Prepare a noble death song for the day when you go over the great divide.

Always give a word or a sign of salute when meeting or passing a friend, even a stranger, when in a lonely place. Show respect to all people and grovel to none.

When you arise in the morning give thanks for the food and for the joy of living. If you see no reason for giving thanks, the fault lies only in yourself. Abuse no one and no thing, for abuse turns the wise ones to fools and robs the spirit of its vision.

When it comes your time to die, be not like those whose hearts are filled with the fear of death, so that when their time comes they weep and pray for a little more time to live their lives over again in a different way. Sing your death song and die like a hero going home."

Poema di Tecumseh (1768 – 1813), capo della tribù degli Shawnee e uno dei più grandi statisti nella storia dei Nativi Americani.

lunedì 3 settembre 2012

Tanzania yetu... Hakuna matata!!!!

Ed eccoci tutti tornati nelle rispettive routine quotidiane. Finisce un viaggio e ne comincia uno nuovo, no???
E come mi piace ripetere sempre, questo ritorno a casa è stato in realtà una nuova partenza. Tutti quelli che mi chiedono "Com'è andata?" ricevono in cambio un paio di occhi scintillanti di entusiasmo, occhi che hanno ancora impressi sulla retina i colori dell'Africa, il rosso della terra, il giallo della savana, il blu delle acque, il nero delle notti passate lontano da fonti di luce artificiale.

Già perché sarò ripetitivo, ma adoro richiamare alla mente le innumerevoli immagini di questo splendido viaggio, rivivere in ordine del tutto casuale tutte quelle esperienze che ti cambiano la vita per il semplice fatto di averle realmente percepite con tutti e cinque i sensi. Questo cercavamo e tutto questo abbiamo trovato, perché la voglia di vivere con tutti noi stessi questa esperienza era l'unica aspettativa: niente programmi, niente illusioni, solo il semplice desiderio di sentire sulla nostra pelle tutto ciò che questo Viaggio ci avrebbe offerto.

Ed eccomi ad osservare il cielo stellato dell'altro emisfero ritrovando la nostra amata Croce del Sud, rivivo l'emozione degli sguardi e i ritmi delle persone di quella parte del  mondo, perdo il senso delle distanze nelle sconfinate pianure africane, vengo osservato con curiosità da forme animali che sei abituato a vedere solo nei documentari e che mai ti aspetteresti di poter avvicinare così tanto, vengo svegliato dal ruggito del leone, provo l'emozione di dormire in tenda nel mezzo della savana, respiro a pieni polmoni l'odore secco del pesce affumicato sulle bancarelle dei mercati, ricevo occhiate curiose, abbracci e ilarità da bambini che in fondo nella loro semplicità trovano tutto quello di cui hanno bisogno, assaggio carne di scimmia dalle mani di chi l'ha appena cacciata, mi sento sereno e in pace quando esco dal caldo abbraccio dela mia compagna e, aprendo la zip della tenda, mi trovo avvolto dalle albe più belle che abbia mai visto.

E proprio la mia Stefania è stata una delle scoperte più emozionanti di questo viaggio. La sua prima esperienza nel Terzo Mondo, il suo primo approccio con un modo di viaggiare semplice ma al tempo stesso totalmente immersivo. Si è adattata benissimo, ha affrontato i disagi che una vacanza di questo tipo comporta senza mai lamentarsi, perché ha subito compreso quanto facendo così si possa entrare in contatto col Paese che si visita. Una vera Viaggiatrice, non una turista.
Insomma... che mai direbbe che la mia splendida ragazza non si fa problemi ad immergersi di notte circondata dagli squali, a dormire in tenda nel mezzo della Savana, ad affrontare il mare grosso o lunghissime interminabili traversate in aereo, a sopportare il troppo freddo, il troppo caldo, i troppi insetti o altri animali fastidiosi proprio perché ne vale la pena, perché fa parte del gioco, perché i luoghi vanno vissuti, non visitati.
Posso essere più fortunato??? =-)

E un abbraccio finale al gruppo Ciappi, perché alla fine eravamo un gran bel gruppo, perché quando ci siamo salutati a Doha e a Malpensa eravamo tutti davvero dispiaciuti che fosse finita, perché abbiamo sdrammatizzato i momenti più duri, trasformando così anche quelli in bei ricordi. Grazie a tutti!!!! :-)

E ora... beh, la cosa migliore da fare finito un Viaggio è... pensare al prossimo!!! Intanto si avvicina la Family SNSI di Sharm (e dici poco!) e per l'anno prossimo??? Bah, manca troppo tempo, qundi ci sono davvero TROPPE opzioni... Godiamoci questi momenti e poi si vedrà! ;-)