lunedì 25 gennaio 2010

Visualizzazione...

... meglio conosciuta come "l'allenamento dei poveri"... e da qui in poi, Walter docet ;-)
Chi pratica il nostro sport (ma accade un po' a tutti) si trova spesso a seguire corsi che prevedono prove pratiche di un certo tipo, spesso finalizzate ad essere eseguite in situazioni di stress. Giusto per farvi capire, pensate ai vari BLS, S&R, ma anche solo a quegli esercizi di base che si fanno una volta in piscina e poi mai più.
Molte di quelle azioni mi capita di insegnarle regolarmente e dovendo mostrarle agli altri le provo finché non siano maniacalmente perfette (o quasi). Ma quanti esercizi, manovre, azioni abbiamo imparato ad eseguire come si deve durante un corso e poi ce le siamo perse per strada?
Da un lato potrebbe non fregarcene un bel niente, dall'altro ritengo che alcune cose sia quasi doveroso saperle fare bene, come gli interventi di first aid o certi esercizi subacquei particolarmente "salva-vita". Tutte cose magari relativamente semplici, che però possono risolvere senza quasi far fatica una situazione potenzialmente pericolosa.
Ovviamente mica abbiamo tutti tempo o occasione di andare in piscina, o di frequentare da "auditori" dei corsi bls una volta al mese... ecco allora che arriva la "visualizzazione", questa sconosciuta. Altro non è che chiudere gli occhi e ripassare mentalmente con precisione le azioni da fare, cercando di "vederle" letteralmente, come un film, nella propria mente. Richiede poco tempo e nessuno spazio o attrezzo particolare.
Ok, mi direte che non è comunque come fare pratica realmente: sono pienamente concorde con voi, un'esercitazione vera e propria ogni tanto ci vuole. Ma vi posso garantire che è sicuramente meglio che dire "bene, l'ho imparato al corso dodici anni fa, quindi lo so fare".

Io la pratico regolarmente da poco più di un anno (cioè da quando ho ripreso in mano la mia vita subacquea) ed oggi ho avuto una piccola prova della sua utilità. Mi è capitato di aiutare una persona ("soccorrere" sarebbe eccessivo) che per un piccolo problema fisico ha avuto una crisi di panico. Non ho fatto nulla di particolare, le ho solo parlato e l'ho tranquillizzata in attesa degli addetti dell'infermeria, dopo averla messa in posizione anti-shock e controllando con attenzione che non vomitasse di nuovo. Ma i gesti, le parole, le domande sono venute fuori "da manuale", nella giusta sequenza e con il giusto ritmo. Ripeto, nulla di eroico o particolare, ma la persona alla fine ha reagito un minimo, ha riacquistato lucidità e si è tranquillizzata.

Sono soddisfatto... perciò credo che intensificherò i miei esercizi di visualizzazione. Ci sono due o tre cose che proprio non mi ricordo e voglio colmare le lacune.

;-)

giovedì 21 gennaio 2010

Ode ad un uomo...


Gran bella immersione oggi. La splendida parete rocciosa di Punta Granelli a Castelveccana (vedi foto qui sopra) ha fatto da sfondo al primo vero tuffo "tecnico" di questa avventura che Marco ed io abbiamo deciso di intraprendere affidandoci al nostro insostituibile trainer. Tante piccole imprecisioni, qualche errore, ma tutto è andato bene perché supportato da una pianificazione pensata in funzione della Sicurezza (quella con la "S" maiuscola).


Immergersi con Walter è sempre un’esperienza favolosa. Quello che mi ha insegnato e che mi sta insegnando non ha prezzo.
Quando si diventa bravi in qualcosa c’è sempre il rischio di “sedersi”, di sentirsi a posto così, di cominciare a dare per scontate un mare di cose. Con Walter è diverso… insegno agli altri ad andare sott’acqua, ma ciò non significa che non abbia nulla da imparare e lui con la sua ironia, la sua preparazione, la sua fermezza fa di tutto per non farlo dimenticare a chiunque capiti sotto le sue attenzioni (o sotto le sue “grinfie”, a seconda dei casi :-D ).
E’ una persona a cui non ho assolutamente paura ad affidare la mia stessa vita, che riesce a farmi prima comprendere, e poi superare, i miei limiti, che mi affida compiti sempre più difficili e stimolanti, che pretende sempre che io sia totalmente cosciente di quello che sto facendo.
Mi ha insegnato cosa vuol dire insegnare e quanto sia importante migliorare se stessi prima di poter provare a migliorare gli altri. Il suo esempio mi spinge ad essere un subacqueo migliore, cosa che sento di dovere a me, alla mia buddy, a Walter stesso, a tutti i miei allievi.

Quando i miei allievi potranno dire di me anche solo la metà di queste cose, saprò di aver fatto un passo avanti come subacqueo e come istruttore. Solo uno dei tanti passi che ancora mi aspettano.



Nota del giorno, scaturita dal curiosare in giro (osservare gli altri con umiltà ci può far capire e imparare un sacco di cose): alcuni proprio se la cercano la rogna, ma almeno metti in pericolo solo te stesso, non il/la tuo/a buddy, che magari a te si affida ciecamente... :-\

Stand by

Confermato... domenica si va al lago. Immersione impegnativa, pianificazione maniacale. Non vedo l'ora!!! :-D
E a febbraio dovrebbero ricominciare i corsi con la Fantasy...
Già effettuata l'iscrizione, per marzo/aprile, al corso di Tecnico Subacqueo in Ricerca e Recupero con la Protezione Civile di Milano.
Tanta carne al fuoco... :-P
Anche se ammetto (ma non ditelo a nessuno) che comincio a desiderare una bella immersione al caldo, di quelle senza guanti e senza cappuccio... ma dovrò pazientare ancora parecchio per quelle :-\
Ubik...
p.s. intanto un po' di amarcord con le foto dei miei corsi (pochi ma buoni...) del 2009 dei quali, a tempo perso, magari posterò aneddoti vari ed eventuali. ;-)

Maggio '09: corso unico ed irripetibile, di quelli che ti restano nel cuore.

Novembre '09: per la serie "la subacquea è divertente". Mai stato così vero!

mercoledì 20 gennaio 2010

Perché un blog?

Perché un blog? Me lo sto chiedendo anch’io… beh, quale argomento migliore da condividere con altri se non la subacquea??? Certo che di attrezzatura, di corsi, di tech-diving, di rebreather, di “facciamo a gara a chi va più sotto… a chi si immerge da più tempo… a chi c’ha il brevetto più fico…” se ne sente parlare ovunque, basta scegliere uno dei tanti forum a caso.
Il bello delle immersioni, per me, è un poetico miscuglio di sensazioni, di ricerca interiore, di regole, di auto miglioramento, di persone da cui imparare e a cui insegnare.
Di questo mi piace parlare… ciò non toglie che tutti gli aspetti di questo tanto meraviglioso quanto frainteso sport meritano di essere trattati (soprattutto quello della sicurezza, a cui tengo in maniera maniacale…), perciò mi lascerò carta bianca quanto più possibile. Dopotutto il blog è mio e mi posso auto-moderare! :-P
Inizio con due righe che buttai giù nell’ottobre scorso, dopo aver tenuto una lezione di un corso Open, giusto per rompere il ghiaccio.
:-D

Di fronte al mare, non è l’orizzonte che mi chiama, non mi attira ciò che si nasconde oltre quella linea ingannevolmente vicina. Di fronte al mare il mio sguardo si abbassa sulle onde, sempre uguali e sempre diverse, e le penetra in attesa di quando potrò nuovamente trovarmi sotto di loro, facendone volta della mia cattedrale.
Siete mai stati soli con il vostro respiro? Siete mai stati soli con voi stessi? Avete mai intravisto il senso della natura nel luccichìo di due piccoli occhi acquosi che vi fissano incuriositi?
Di fronte al mare non penso ad altro che alla prossima volta che romperò la sua superficie diventando suo ospite, diventando solo una in più di quelle infinite forme di vita che ne fanno parte.
Di fronte al mare, i piedi affondati nella sabbia o accompagnando il beccheggio del ponte di un'imbarcazione, penso ad essere un tutt’uno con quell’oceano che ti accoglie, ti accetta, ti circonda, ti completa… e non appena sei all'asciutto, ti manca.
Perché è in quei momenti che la vita ha un senso.


Ubik…