mercoledì 30 giugno 2010

Points of view 2

- Allora, com'è la vita sottacqua?
- Ma sai... è po' meno complicata di quella di superficie.

-Carter Blake - Blu Profondo-

Foto di Max Valli ©

domenica 27 giugno 2010

The KT Project - Book 5

Nulla di fatto per oggi.

Tutto pronto, team al completo e preparatissimo, giornata perfetta, sole splendente, calma piatta, quasi zero corrente.
Purtroppo, giunti sopra al relitto, pronti ad entrare, la calibrazione del Reb non è andata a buon fine.
Immersione abortita.
Cose che capitano, anche quando l'attrezzatura è in perfette condizioni e i sensori sono nuovi e già provati altre volte. Contro i problemi tecnici, a volte, c'è poco da fare. Può sembrare assurdo a chi ragiona in circuito aperto, ma per farvi capire immaginate di aprire la bombola e scoprire che la valvola del VIS (che fino a ieri funzionava alla grande) va in continua. Il paragone non calza, ma è giusto per farvi un esempio con qualcosa su cui non potete intervenire in loco.
Già che c'eravamo abbiamo sfruttato l'occasione per un giretto sul tanto desiderato KT, giusto per non far adirare gli Dei del Mare che ci avevano ragalato una così bella giornata (vedere foto su FB... ;-P)

Ma nulla è sprecato. Gli aspetti positivi della giornata sono stati innumerevoli...
Vedere che la macchina messa in piedi da Walter funziona alla grande (medici del Dan, il diving, la Protezione Civile, il mitico fotografo, il responsabile dei DPV, i ragazzi dell'OSM)...
Scoprire con un misto di orgoglio e apprensione che il ruolo previsto per Marco e per me era molto più "pieno" del previsto (safety-diver sia in discesa che in deco, oltre che steady-diver in allerta per le emergenze durante il tempo di fondo!!!)...
Sentirci ancora più uniti e sempre più vicini al nostro amato Leader, il cui rammarico per l'esito di questa prima prova non può nemmeno essere paragonato al nostro...
Rafforzare il legame con Marco, il mio Tech-Buddy. Immersione dopo immersione siamo sempre più in sintonia, elemento fondamentale quando i tuffi diventano così impegnativi e c'è di mezzo la pelle...
Avere l'ennesima conferma -e ce n'era bisogno?- del fatto che quello della subacquea è il mio ambiente e che, ancora di più, prospero nella pianificazione, nella preparazione, nel sapere dove sono e cosa devo fare.

Non posso che chiudere con l'ennesimo ringraziamento a Walter, per la fiducia che ripone in me, per i compiti che mi affida, per quello che mi insegna giorno dopo giorno. Se sto vivendo uno dei miei sogni, lo devo a te. Grazie Walter!!! =-)

Ora guardiamo avanti. Il progetto non si abbandona. CI crediamo troppo, tutti quanti. Si fisserà un'altra data e arriveremo tutti ancora più pronti, ancora più decisi.

NOTA DEL GIORNO: è stato molto bello percepire il sincero dispiacere, nell'apprendere l'infausta novella, da parte di persone come Stefania e come i miei genitori. Non sono coinvolte praticamente nel progetto, ma lo stanno vivendo con me sacrificando parte del loro tempo, accompagnandomi al lago, lasciandomi serate e giornate libere, interessandosi sinceramente. E' stupendo avere accanto persone così sensibili, che si fanno coinvolgere dal nostro credere nel progetto, fino a crederci a loro volta e a soffrire con noi e per noi quando qualcosa va storto. Questo aiuta a non mollare. grazie anche a voi!!!! =-)

sabato 26 giugno 2010

The KT Project - Toward showdown

Tutto pronto.
Attrezzatura controllata, lubrificata, controllata, montata, controllata e caricata in macchina... spero di non essermi dimenticato di controllarla. ;-)

Ora non mi resta che visualizzare il tutto di nuovo, altre cento volte, aiutato dai disegni e dalle foto del relitto, ripetere la tabella primaria imparata a memoria (2, 2, 2, 3, 4, 4, 6, 7, 10, 31 ;-P) e ad un certo punto rilassarmi, staccare la spina, pensare alla bella telefonata di ieri da parte di Walter, inebriarmi sorbendo questo cocktail di ansia, divertimento, concentrazione, aspettative, desideri, passione...
Già perché domani è il mio D-Day, è un piccolo sogno che coltivo fin da bambino che si avvera. Meglio che non mi abbandono ora ai ricordi, all'emozione e ai ringraziamenti sennò non finisco più. Ci sarà tempo dopo...

Nel frattempo è divertente riflettere sulla storia del relitto che ci ospiterà: prima di essere trasformato dalla Kriegsmarine nel caccia sommergibili U-Jager 2216 (solo l'ultima in realtà di varie modifiche strutturali e funzionali) e finire silurato dagli americani davanti a Sestri, era in realtà un lussuoso yacht di proprietà di un nobile francese. Beh, la nave era registrata con il nome di "Eros"...
Pensate se avessimo chiamato la nostra missione "Progetto Eros". A parte qualche sfigato/a che avrebbe pensato al cantante, di sicuro avremmo destato molta più attenzione!!!! ;-)

E vi saluto con una frecciatina a tutti i caparbi frequentatori di forum che -beati loro- hanno già tutte le risposte in mano, hanno già capito tutto, sono l'alfa e l'omega della subacquea... beh, cari miei, per citare un meraviglioso Woody Harrelson...

"Time to nut-up or shut-up!"
-Tallahassee, Zombieland-

giovedì 24 giugno 2010

The KT Project - Book 4

Ci siamo quasi.
Ieri sera ha avuto luogo l'incontro ufficiale tra il team del KT project (presenti Walter, Luca ed io) e il Nucleo Sommozzatori della Protezione Civile per definire punto per punto lo svolgimento dell'iniziativa, suddividere i ruoli, impostare il campo.
Presenti anche Roberta e Pietro di MondoSub, che metteranno a disposizione l'imbarcazione ammiraglia che trasporterà i profondisti, i safety diver, i tre medici del DAN e il fotografo.

Che dire... ne stiamo muovendo di uomini, mezzi e materiali... più di venti persone sul campo, tra sub e non-sub, un'imbarcazione privata (quella di MondoSub/Odissea) più altre due della Protezione Civile. Due medici del DAN per le visite mediche e i rilevamenti Doppler pre e post immersione, accompagnati dalla Dott.ssa Guido Paola, cardiologa predisposta alla gestione di eventuali emergenze subacquee (toccandosi i maroni...). Un fotografo professionista. Due tecnici per i DPV. Una stazione deco messa a punto ad hoc da Odissea, composta da una cima che partirà dal traliccio del KT, con barre a -9 e -6 e anelli per le fasi d'emergenza piazzati alle giuste profondità.

Ed è di oggi la telefonata della Capitaneria di Porto di Santa Margherita Ligure che disporrà un bollettino ai naviganti per limitare la navigazione nella zona circoscritta al relitto KT, dalle ore 11:00 alle ore 16:00.

Durante la riunione di ieri la miscela che circolava nella sede della FIPS non era ossigeno+azoto, ma esperienza+competenza. Il briefing di Walter è scivolato via spedito, arricchito da domande e aggiustamenti mirati e puntuali. Ognuno ci ha messo del proprio e Walter ha sapientemente lasciato la giusta libertà a ciascuno nei rispettivi settori di competenza. Bello essere circondato finalmente da subacquei competenti e preparati, ma soprattutto è ancora più bello venire accettato e, nei miei due piccoli interventi, ascoltato con attenzione e rispetto.
Contemporaneamente a tutto ciò, è stato divertente constatare, minuto dopo minuto, quanto nella subacquea certe cose non cambino mai... anche in un ambiente di quel tipo era uno spasso realizzare che le diverse filosofie di immersione possano tranquillamente collaborare, ma non si fonderanno mai l'una con l'altra. Per scelta ho deciso di aprire la mente del piccolo sub che è in me, quindi non scarto mai a priori qualcosa che non fa parte del mio modo di immergermi (prima la valuto con attenzione e, se è il caso, la provo), ma vedere certi mostri sacri rabbrividire all'idea di gestire una deco con "tutte quelle bombole di fase appese addosso" (solo due, n.d.a. ;-P ) era quasi comico. E non vi dico il gelo che pervadeva l'aere ogni volta che dalla bocca di qualcuno usciva la parola "rebreather"... :-D Questo sport è bello anche per questo!

Dal canto mio è stato incredibile sedere attorno ad un tavolo insieme a veri e propri pezzi di storia italiana dell'immersione. Sia della Subacquea in generale, come Pino Rapetti, che della Mia Subacquea: essere coinvolto in un progetto di tale portata con Walter, Attilio Gatti e Roberto Ghezzi non mi sembra ancora vero. Se pensate che Roberto è stato il mio istruttore dall'Open al Divemaster!!! E poi Luca e lo staff di MondoSub che, insieme a Walter, sono stati testimoni della mia rinascita di due anni fa e del mio passaggio alla tech. Se ci aggiungete che nel momento della verità avrò accanto anche il mio tech-buddy Marco... è un cerchio che si chiude.

Tutti, ma proprio TUTTI, riuniti in un'unica missione. Da non crederci. Unico rammarico è quello di non poter avere accanto la mia Buddy, quella con la "B" maiuscola, che per cause contingenti non potrà venire al mare con noi... mi mancherà tantissimo la sua assistenza morale di superficie :-(

Ora non resta che aspettare la levataccia di domenica mattina. Il bibo è bello carico (alla fine ho scelto un bel 20/30... visto che mi fionderò sul tetto del KT in caduta libera, esigo la massima lucidità), non mi resta che montare il gruppo, finire il borsone e caricare la macchina.

E godermi questi giorni, visualizzando il mio tuffo minuto per minuto, studiando foto, disegni e filmati del KT per non vivere l'ambiente come del tutto estraneo, visto che è un po' che non lo visito. Ma soprattutto godermi questa frizzante ansia che non mi lascia in pace nemmeno un minuto... poco male, perché me ne nutro letteralmente. Il mio primo progetto subacqueo tecnico, ancora non mi sembra vero... ribadisco quello che ho detto a Walter e a Luca ieri sera appena usciti dalla riunione...
"...mi sto divertendo tantissimo..."

Ed eccolo qui... perdonate la linea nera ma è la scannerizzazione di un bellissimo ma enorme libro sui relitti che ho qui a casa...



Bello, neh??? Sembra quasi che aspetti solo noi... ;-)

lunedì 21 giugno 2010

The KT Project - Book 3 (conto terzi)

Ci siamo... mancano solo 5 giorni...
Ieri il team ha terminato la "messappunto" delle attrezzature, ha revisionato i gas per il profondista a circuito aperto, ha eseguito un ultimo controllo delle tabelle e le ha inviate ai medici del DAN che supervisioneranno l'aspetto clinico del progetto, prima, durante e dopo il tuffo.

Questa settimana incontro con il Nucleo Sommozzatori della Protezione Civile per definire la parte logistica.

Sabato dedicato agli ultimi preparativi e domenica ci si imbarca!!!!!

Mi sembra un sogno... a molti potrebbe anche sembrare nulla di particolare (vedi vari ed eventuali forum pieni di gente a cui piace parlare tanto ma agire poco), ma nel mio piccolo sto provando finalmente qualcosa che fino a poco tempo fa potevo solo immaginare. Far parte di questo progetto mi sta catapultando dentro uno di quei innumerevoli romanzi di avventure subacquee che ho sempre divorato come noccioline e chi mi conosce sa a cosa mi riferisco... non so di che colore sarà la barca che ci trasporterà, ma per me sarà sicuramente di un brillante azzurro turchese!!!! E aspettatevi di vedermi sfoggiare il mio invidiatissimo berretto della NUMA. Avrei anche la maglietta, ma è doverosa quella della OSM...
;-)

Lo so, lo so, sono un fastidioso bimbo esaltato... ma che ci volete fare, la subacquea è la mia Neverland e il piccolo diver che c'è dentro di me non finirà mai di emozionarsi fino alle lacrime per ogni minima nuova esperienza in questo meraviglioso mondo!!!!

Seguiranno aggiornamenti sugli incontri pre-partenza.

Ciauz!!!!!

domenica 20 giugno 2010

Bittersweet me...

Settimana dolceamara, "subacqueamente" parlando.

Dolce perché mercoledì sera c'è stata la pizzata per la consegna dei brevetti agli OWD. Per l'occasione ho riunito anche gli allievi del corso di novembre ed è stato incredibilmente appagante vederli tutti lì, tutti amici, tutti uniti da una nuova passione comune. Uno di quei tanti momenti che ripagano con un mare di interessi di tutte le fatiche che questo lavoro comporta: infondere tutte le proprie forze nell'insegnamento non vuol dire solo firmare brevetti e diplomi, ma soprattutto creare un gruppo affiatato unendo persone che hanno poco o nulla in comune le une con le altre. Un'occasione per ringraziare pubblicamente Roberto per l'impeccabile lavoro di divemastering svolto (condendo il tutto con gli opportuni sfottò, condizione imprescindibile dal suo ruolo), per rivedere tutti assieme le foto dei due corsi, per riderci sopra. Il tutto con accanto la mia insostituibile buddy con l'aiuto della quale abbiamo velocizzato le operazioni di raccolta ordini e fornitura beveraggi. Mitici anche all'asciutto! ;-)

Amara perché a causa del maltempo mi è saltato l'esame del mio allievo Nitrox, che altro non era che un'occasione per un paio di bei tuffi e per un weekend al mare in bella compagnia. Poco male, via, Recupereremo. Ne ho approfittato per sistemare un po' casa mia, che da ormai una decina di giorni andava avanti da sola, e per abbattere un poco il mio debito di sonno sempre più cospicuo.

Ma la parte "bitter" arriva anche da piccoli episodi e segnali che mi lasciano, appunto, l'amaro in bocca e nel cuore. L'amarezza che ti prende quando un tuo allievo, uno dei migliori, decide di seguire un corso Advanced in versione "intensiva e concentrata". Un allievo in gamba, ripeto, che si è messo nelle mani di un istruttore bravo e con esperienza ormai più che decennale, quindi comunque c'è da stare tranquilli.
Ma l'amarezza rimane e soprattutto per colpa mia. A volte esagero, lo so, è che per me, ad esempio, il corso advanced è un percorso da sviluppare sul campo (leggasi "al mare") attraverso un certo numero di immersioni di difficoltà crescente, alla fine del quale l'allievo ha in mano gli strumenti per cominciare a fare sul serio, senza però che si dimentichi che non è un sub Adv, ma è ancora un Open con in mano il brevetto Adv. Deve tenere a mente che una volta ottenuto il brevetto è all'inizio, non alla fine.
Ripeto, è colpa mia. So che bisogna acquisire esperienza con le proprie gambe (pinne), che non si può insegnare TUTTO durante i corsi, che un sub in gamba diventa tale facendo esperienza. In fondo io stesso mi sono fatto le mie immersioni, ho fatto le mie cavolate, ho avuto i miei piccoli incidenti. Ma se tornassi indietro certe cose non le rifarei e ringrazio di avere, ad oggi, una certa mentalità di immersione.

Ecco: non si può trasmettere tutto ad un allievo, ma la mentalità sì. Le piccole malizie le imparerà da solo con il tempo, ma un imprinting fatto di sicurezza, coscienza, sentimento, quello DOBBIAMO darglielo. E' nostro dovere. Insieme alle nozioni tecniche ovviamente.

Certo, un corso "lampo" può comunque funzionare in questo senso, ma i miei dubbi permangono. Un Adv che si svolge per la prevalenza in piscina e che riesce a liquidare la teoria in pochi giorni (il manuale dell'SNSI, ad es., è uno splendido tomone con tante scritte e poche foto, davvero ben fatto e non è certo una ripetizione di ciò che è stato detto nell'OWD), culminando con una sola giornata al mare... beh, magari funziona, magari sono io il paranoico che tratta tutti i corsi come fossero training per astronauti della NASA. Resta il fatto che sento tanti miei colleghi che si lamentano della massa crescente di subacquei poco preparati (sia nella REC che nella TECH), ma se il cambiamento non nasce da noi, da chi può arrivare?

Poi ti accompagno fuori un neo-brevettato Nitrox (non mio, ma uscito da pochi giorni da uno dei corsi "lampo" di cui sopra) con il quale, al momento di caricare le bombole sulla barca del diving, intavolo il seguente dialogo:
-Tu Nitrox, giusto? (nota: tuffo con altri Open, quindi max -18)
-No-no, per me aria, grazie.
-Ma perché, scusa? Non hai appena fatto il Rec-Nitrox?
-Sì, ma preferisco comunque l'aria...
Beh... se permettete le sue parole e il suo sguardo terrorizzato alla parola "Nitrox" mi hanno fatto pensare che il messaggio relativo ai benefici dell'ormai onnipresente miscela iperossigenata e la totale assenza di controindicazioni in caso di immersioni molto ricreative, non sia giunto a destinazione. E a cosa serve il corso Rec-Nitrox se non a trasmettere (per lo meno) proprio quel messagio???

Io medito, gente. Voi fate come vi pare... :-\

Meno male che domenica prossima torno a fare da ombra al mio amatissimo trainer... perciò avrò ben altro su cui concentarmi!!! ;-D

mercoledì 16 giugno 2010

The KT Project - Book 2

...e anche la seconda immersione nell'affascinante Panthalassa dell'immersione tecnica "quella cazzuta" è andata. E come sempre durante il viaggio di ritorno mi rendevo conto che il mio bagagliaio, oltre che di attrezzatura bagnata, era molto più pieno rispetto all'andata. Sarò fortunato, ma non c'è giornata dedicata alla subacquea che non mi regali preziosissime lezioni.

Stavolta abbiamo sperimentato una nuova location, il Barro di Grè sul Lago d'Iseo, che ci ha accolto con entusiasmo all'interno della sua struttura balneare con bar, ristorante, diving center, scuola di vela e wind-surf, prati ombreggiati e amache tirate tra un ulivo e l'altro. Purtroppo sotto la superficie non era tutto rose e fiori...
Il nostro gruppo si è ritrovato al mattino pronto e attivo, con il solito codazzo di accompagnatrici, e non vi dico la soddisfazione di invadere letteralmente la banchina dei wind-surfisti con un mare di bombole di fase e di borsoni... una delizia per gli occhi!!! :-)
Un bel briefing, con l'attiva partecipazione dello staff del Barro, la sequenza degli eventi ben impressa nelle menti di tutti. Una vestizione dei profondisti curata in ogni minima regolazione, Enrico già in acqua per accompagnarli giù, Marco ed io pronti a prepararci per andare ad acchiapparli al rientro e far loro compagnia per tutta la deco.
Purtroppo il signor Murphy ha pensato bene di immergersi prima di noi, curandosi di ridurre la visibilità a zero, rendendo praticamente impossibile la lettura degli strumenti. Condizione, come potete ben immaginare, che costringe i tech-diver ad abortire le immersioni per l'impossibilità di gestire la decompressione.
Shit happens... :-\

Una volta aiutati i profondisti ad uscire, Marco ed io, con Enrico e Loris, decidiamo comunque di farci un giretto giusto per il gusto di bagnare l'attrezzatura (;-P)... risultato: Marco ed io perdiamo Enrico e Loris dopo tre minuti e una volta giunti a (quelli che abbiamo poi scoperto essere) -23 ci ritroviamo immersi nel buio più totale. Allungo la mano nella nebbia nera, cerco il mio Buddy, lo avvicino e me e, maschera contro maschera, gli faccio segno di risalire. Ne approfittiamo per ripassare un po' di procedure di emergenza, che con quella non-visibilità è un lavoro ancora più utile, e poi via, verso la parte più luminosa della nebbia che eravamo certi rappresentasse la superficie!!!

Resta la consolazione di aver fatto un buon lavoro, di aver preso ulteriore confidenza con il progetto, di aver avvicinato ancor più i membri del team. Un po' di amarezza nell'aria è rimasta, certo, ma sono piccoli incidenti di percorso che fanno parte del processo, quelle piccole asperità che consentono di scalare la montagna e che ti ricordano che

"bisogna lavorare duramente affinché le cose vengano bene."
-W. MARIANI-
;-)

Assolutamente memorabile l'abbondantissima grigliata di carne che ci ha rinfrancato corpo e spirito (aiutata sicuramente dalla birra :-P ) e un saluto speciale allo staff delle Officine Subacquee ( qui il sito delle OSM ) che, non senza un po' di faccia tosta da parte mia, mi ha regalato la loro maglietta trasformandomi in un bimbo-felice-testimonial-itinerante!!!!


giovedì 10 giugno 2010

Dates...

Calendario fitto fitto di appuntamenti...
Domenica 13, Lago d'Iseo, prove generali del KTP
Domenica 20, Sestri Levante, esame degli allievi Nitrox (probabile Bettolina :-P)
Domenica 27, Sestri Levante, the KT Project!!!

Stay tuned!!! :-)

sabato 5 giugno 2010

The KT Project - Book 1

E finalmente è arrivata, la mia prima giornata dedicata a questa incredibile esperienza.
Complice un soleggiato e ventilato 2 giugno, il Rapa Nui ha fatto da sfondo a quello che per me era il primo atto, una prima prova. In realtà le esercitazioni dei due profondisti vanno avanti già da un po', ma solo ora Marco ed io ci siamo inseriti per cominciare a capire come muoverci e cosa fare.
Che dire... partecipare a questo genere di cose è sempre stato un mio desiderio grandissimo e ora capisco perché. Il ruolo del safety-diver non è per nulla semplice o meglio, per citare il mio esimio trainer,
"...un compito gravoso, pieno di responsabilità e di insidie. Un lavoro poco gradito da molti..."
e basta un'immersione di prova, massima profondità -30 (per Marco e me) e un fondale molto fongoso per realizzare quanto quelle parole in corsivo siano niente meno che un vero e proprio dogma...

Va considerato che Marco ed io abbiamo un buddy affezionatissimo ed inseparabile, che è il signor Murphy con tutte le sue belle leggi del cavolo. Quindi dopo un ingresso faticoso, segnato dal caldo, dal cercare di non calpestare le decine di bagnanti sdraiati al sole e dalla necessità di prestare totale assistenza alla preparazione del profondista (la sua complessa configurazione deve essere perfetta e l'aiuto del safety-diver è indispensabile per non aggiungere inutile affaticamento), finalmente si parte, godendosi il fresco del lago e l'emozione per l'avventura che inizia.
Purtroppo la pianificazione salta per un piccolo incidente di percorso e ci ritroviamo a salire in superficie separati, ognuno con il suo profondista. Un piccolo spavento c'è stato, ma come sempre la risalita e la poca deco fatta con Walter diventano un'occasione per lavorare, per provare un cambio gas d'emergenza, per controllare che il suo assetto (e quello delle sue fasi) sia perfetto durante il traino con lo scooter, per scoprire "in loco" come il rebreather gestisce la pO2 e come funzionano i tripli allarmi (a monitor, visivo e acustico) in caso di iperossia o di ipossia. Un minimo di confidenza con la sua macchina mi aiuta ad assisterlo meglio e mi fa anche saggiare la precisione e la ridondanza mirata (leggasi "sicurezza") di uno strumento dalle potenzialità infinite, ma forse ancora temuto per troppa chiusura alle innovazioni... beh, non è mio compito per ora esprimere giudizi. I dati raccolti col KT Project serviranno anche a quello. Io cerco solo di capire e, come sempre, vado a sensazioni.

Insomma, il tuffo è saltato, cosa che capita nella subacquea, ma è stato il pretesto per imparare. Ho visualizzato l'immersione tantissime volte, dall'inizio alla fine, minuto per minuto, al fine di individuare (con l'aiuto delle telefonate e delle e-mail di Walter) tutte quelle piccole imprecisioni che avrei potuto evitare, quei piccoli gesti che avrebbero risolto piccole preoccupazioni in un attimo.
La lucidità e la tranquillità sott'acqua non bastano. E' necessario raggiungere una visione globale della pianificazione e un'elasticità di pensiero che porti a reagire nel modo più corretto, semplice, veloce e sicuro.
Ma tutto questo si ottiene, siamo sempre lì, con lo studio, la preparazione, la pratica. Questa del safety-diver è per me un'occasione importantissima, l'ennesima opportunità di mettermi in gioco con accanto Walter e tutte quelle persone che mi stanno dando forza lungo questo mio cammino. E non è una sfida da vincere, badate, non è un limite da superare né una battaglia da affrontare. Sarebbe pericoloso vederla in questo modo. E' piuttosto un percorso di miglioramento, un sentiero da seguire avanzando con piccoli ma faticosi passi, con umiltà e con la voglia di imparare.
Questa visione delle cose mi ha già regalato inaspettate soddisfazioni nei mesi appena trascorsi, sia come tech-diver, sia come istruttore, sia come semplice subacqueo per la mia buddy. Ed ora si procede, perché per me è ancora troppo presto per fermarmi, ho ancora un sacco di cose da imparare, ho voglia di far fatica, di sudare, di spostare chili e chili di attrezzatura e, una volta a mollo, poter esclamare "mi sto divertendo tantissimo!" come mercoledì scorso. :-)

Ora si aspetta domenica 13, a Castelveccana, per il book 2...

NOTA DEL GIORNO: un ringraziamento al gruppetto delle nostre accompagnatrici, che hanno dato prova di avere tantissima pazienza e che sono state premiate da un sole meraviglioso stemperato da un venticello secco e fresco.
E grazie a Winky per essersi tuffato nel lago terrorizzando le anatre e puntando dritto verso le boe dei sub (è stato dissuaso dall'addentarle e riportarle a riva, per fortuna...)

;-)


The KT project - prologue

Aperto o chiuso? Bolle o non bolle? Indubbiamente si tratta dell'argomento che vince la medaglia d'oro di "riempi-forum" in ambito subacqueo. Meglio il metallo o l'elettronica? Meglio buttare o riciclare? Beh, da una chiacchierata di queste, quasi per scherzo, ha preso forma un'idea, poi un progetto, poi una sfida, infine un evento.

60 metri.
60 minuti.
Due subacquei, uno in circuito aperto, l'altro in chiuso.
Un tuffo impegnativo, estremo, con lo scopo di raccogliere dati, tanti dati, sulle differenze tra bomboloe e CCR. Costi, incidenza sui tempi deco, persino dati clinici misurati sul posto da medici specializzati.
Sempre più elementi coinvolti: DAN, forze dell'ordine, Protezione Civile...
Un evento che culminerà il 27 giugno sopra quello che rimane uno dei relitti più affascinanti del Mediterraneo (ce ne sono di più grossi e più belli, certo, ma Lui ha il "Fascino" con la "F" maiuscola...).
Il tutto con lo scopo di fornire dati certi e comparabili, di fornire un conributo VERO e pratico all'eterna diatriba, di "occuparsi" anziché "preoccuparsi", di agire anziché parlare.

E in tutto questo un'e-mail inattesa, indirizzata anche a me, che chiede collaborazione come safety-diver al progetto. Dopo aver ripreso i sensi, secondo voi, potevo rifiutare???