... meglio conosciuta come "l'allenamento dei poveri"... e da qui in poi, Walter docet ;-)
Chi pratica il nostro sport (ma accade un po' a tutti) si trova spesso a seguire corsi che prevedono prove pratiche di un certo tipo, spesso finalizzate ad essere eseguite in situazioni di stress. Giusto per farvi capire, pensate ai vari BLS, S&R, ma anche solo a quegli esercizi di base che si fanno una volta in piscina e poi mai più.
Molte di quelle azioni mi capita di insegnarle regolarmente e dovendo mostrarle agli altri le provo finché non siano maniacalmente perfette (o quasi). Ma quanti esercizi, manovre, azioni abbiamo imparato ad eseguire come si deve durante un corso e poi ce le siamo perse per strada?
Da un lato potrebbe non fregarcene un bel niente, dall'altro ritengo che alcune cose sia quasi doveroso saperle fare bene, come gli interventi di first aid o certi esercizi subacquei particolarmente "salva-vita". Tutte cose magari relativamente semplici, che però possono risolvere senza quasi far fatica una situazione potenzialmente pericolosa.
Ovviamente mica abbiamo tutti tempo o occasione di andare in piscina, o di frequentare da "auditori" dei corsi bls una volta al mese... ecco allora che arriva la "visualizzazione", questa sconosciuta. Altro non è che chiudere gli occhi e ripassare mentalmente con precisione le azioni da fare, cercando di "vederle" letteralmente, come un film, nella propria mente. Richiede poco tempo e nessuno spazio o attrezzo particolare.
Ok, mi direte che non è comunque come fare pratica realmente: sono pienamente concorde con voi, un'esercitazione vera e propria ogni tanto ci vuole. Ma vi posso garantire che è sicuramente meglio che dire "bene, l'ho imparato al corso dodici anni fa, quindi lo so fare".
Io la pratico regolarmente da poco più di un anno (cioè da quando ho ripreso in mano la mia vita subacquea) ed oggi ho avuto una piccola prova della sua utilità. Mi è capitato di aiutare una persona ("soccorrere" sarebbe eccessivo) che per un piccolo problema fisico ha avuto una crisi di panico. Non ho fatto nulla di particolare, le ho solo parlato e l'ho tranquillizzata in attesa degli addetti dell'infermeria, dopo averla messa in posizione anti-shock e controllando con attenzione che non vomitasse di nuovo. Ma i gesti, le parole, le domande sono venute fuori "da manuale", nella giusta sequenza e con il giusto ritmo. Ripeto, nulla di eroico o particolare, ma la persona alla fine ha reagito un minimo, ha riacquistato lucidità e si è tranquillizzata.
Sono soddisfatto... perciò credo che intensificherò i miei esercizi di visualizzazione. Ci sono due o tre cose che proprio non mi ricordo e voglio colmare le lacune.
;-)
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