mercoledì 13 febbraio 2013

Steppin' back...


Fermi tutti...

Rileggevo un po' di vecchi post e solleticavo i ricordi.
Ricordo che non era un peso puntare la sveglia alle 5 del mattino, di domenica, per fiondarmi al lago sapendo che mi aspettava un'immersione in cui non avrei visto una mazza, avrei preso un botto di freddo e probabilmente avrei avuto una serie interminabile di esercizi complessi da eseguire in pochissimo tempo.
Ricordo che si faceva a gara ad arrivare per primi perché "chi arriva in ritardo offre da bere".
Ricordo anche che a volte in tutto 'sto sbattimento finiva pure che il tuffo non si faceva perché anche uno solo del gruppo non era in piena forma.
Ricordo un caldissimo giorno di inizio settembre, avevo il piede ingessato fino a metà stinco e mi sono fatto più di un chilometro a piedi (a piede...), con l'incedere sfiancante di chi arranca con le stampelle, solo perché dovevo raggiungere Walter in ufficio e ritirare il kit Explorer Diver. Scherziamo? Avere in mano quel manuale e iniziare a studiarmelo in attesa che mi guarisse il piede era di assoluta priorità.
Ricordo che bastava che Walter ci inviasse via e-mail una delle sue domande bastarde sui consumi o sulla pianificazione perché Marco ed io trascorressimo l'intera giornata al telefono o scambiandoci sms per cercare di risolvere il quaesitum nel più breve tempo possibile per non fare una figuraccia.
Ricordo di essermi sentito solo dopo la morte di Walter, ma di non aver avuto paura di rimettermi in gioco, di chiedere aiuto, di sottopormi al giudizio di chi non mi conosceva e intraprendere un percorso che mi consentisse di andare avanti e, in un certo senso, oltre. (per capirci...)
Ricordo molto bene quante convinzioni scricchiolavano, ma quanti nuovi stimoli ricevevo da Fulvia e Alessio. Una vera rinascita, un,altra meravigliosa catarsi subacquea in poco più di due anni.
Ricordo quanto mi piacesse (e mi piace tuttora) studiare, praticare, sostenere esami... datemi del pazzo ma a me fare l'allievo diverte un mondo. (dimostrazione)

E poi ricordo la mia Stefania, che lottando con caparbietà contro le difficoltà iniziali non ha mai smesso di crescere, di aver voglia di imparare, di cercare ad ogni tuffo qualcosa di nuovo.
Ricordo che veniva in piscina sempre e comunque, anche quando non seguiva alcun corso, solo per esercitarsi.
Ricordo che ha affrontato il freddo con una muta a maniche corte, accompagnandomi in ben quattro immersioni in un unico giorno, una delle quali di notte e circondati da squali fin troppo amichevoli, sostenendomi perché in fondo in quei giorni ero un po' deluso e un buddy giù di morale non si abbandona mai. (c.v.d.)

Ricordo un magro ragazzino di 10 anni, che a dispetto di tutto e tutti ha completato un corso Open in mezzo agli adulti, senza mai lamentarsi, senza mai mollare, chiedendomi di fare un'immersione in più perché quella precedente non l'aveva soddisfatto. E che ancora oggi ogni tanto carica su facebook le foto del suo esame. (un esempio)

Ricordo un vecchio amico, allievo della storica DLS, che senza riconoscimenti né incarichi ufficiali si è offerto di farmi da Divemaster durante due corsi Open.
Ricordo che ha partecipato a TUTTE le lezioni di teoria, che in piscina lavorava senza sosta, che al mare sapeva essere ovunque in qualunque momento, che un attimo prima preparava il pallone per gli esercizi e un secondo dopo era accanto agli esaminandi alleggerendo la loro tensione col suo sorriso e le sue battute.
Ricordo che sott'acqua era sempre dove doveva essere, che non perdeva un colpo, che sapeva farsi voler bene da tutti gli allievi di tutte le età. E tutto questo senza che nessuno gli avesse chiesto nulla e senza nessuna gratificazione "materiale" dall'associazione in cui si era allora. (eh beh!)

Sono solo esempi, ricordi e nostalgie che mi sono venuti in mente spulciando qua e là nel blog. Ma questa io la chiamo PASSIONE. Quella che Walter, Fulvia e Alessio (e Roberto e Raul ancora prima di loro) hanno visto in me e hanno fatto di tutto per stimolare, far crescere, incanalare in qualcosa di buono, in qualcosa di più.
Quella che io ho scorto negli occhi di Stefania, di Davide, di Roberto, solo per citare gli esempi di sopra.
La PASSIONE nella vita è tutto, l'essere vivi nel senso pieno del termine non può prescindere dall'essere appassionati in tutte le cose che facciamo.
E' dal mio corso Divemaster che sento la voglia di trasmettere la passione per la subacquea, così come in seguito ho fatto anche con il ballo e con un po' di scherma, le altre due discipline che ho insegnato. Insegnare mi piace, trasmettere agli altri mi fa sentire ricco, molto più del semplice "fare".

Ma purtroppo (e giustamente) non sono Walter, Fulvia o Alessio e in un certo senso non lo sarò mai, perciò ho ancora tanta strada da fare per trovare il mio modo di creare il giusto fluire di nozioni e sentimenti da me agli altri. Per esperienza parto sempre dal presupposto che la colpa sia mia, non degli altri, perciò ci vorrà del tempo per capire, per analizzare, per studiare l'atteggiamento giusto. Forse che il confine tra mettere pressione e trasmettere entusiasmo è un po' troppo sottile. Così come il confine tra l'essere troppo permissivo e il non essere preso sul serio.
Lungi da me il giudicare gli altri, ognuno è libero di scegliere ciò che è prioritario, ma un atteggiamento che ho sempre ammirato nei miei mentori ma che per carattere non sono mai riuscito a replicare è proprio quello del "do ut des". Vuoi fare una certa cosa? Bene. Vuoi farla con me? Ottimo... MA... c'è un "ma" grosso come una casa. Io non mi risparmio, sono a tua completa disposizione e farò in modo di darti molto più di quanto previsto o di quanto sia tenuto a darti, ma l'impegno da parte tua deve essere esattamente lo stesso. Il "valore aggiunto" che Walter mi ha insegnato così bene può essere conferito solo a fronte di una dedizione sincera e totale alla cosa. L'imprevisto capita a tutti, così come il periodo scazzo in cui uno c'ha solo voglia di fare altro. Per carità. Ma la sistematicità del rimando, il far affidamento sulla mia disponibilità a cambiare giorni/orari, la pretestuosità di lavoro/famiglia/amici/impegni/minchiatevarie usati come giustificativo della mancanza di tempo quando la presenza sui social network tradisce una libertà di tempo sufficiente a fare tante altre cose... beh, queste cose comincio ad archiviarle sotto la voce "esticazzi". Ho fatto corsi a gente con lavori molto importanti, turni, trasferte, ma il sincero coinvolgimento facevano sì che gira e rigira si finiva comunque puntuali, oppure con una settimana o due di ritardo (magari dovuta al cattivo tempo per di più).
Se vi sembra un discorso esagerato ed assurdo... beh, vuol solo dire che
1. non siete di sicuro istruttori
2. non avete mai organizzato qualcosa di più complesso di una cena a casa di amici
3. non avete passato decine e decine di ore a studiare o ad imparare qualcosa alla perfezione per il solo piacere di trasmetterla ad altri nel migliore dei modi
4. vi è sempre andata bene e non siete mai rimasti delusi da qlcs/qlcn
Perciò a modo mio devo apprendere la sottile arte del farmi prendere sul serio, del "se non ti interessa cazzi tuoi", ma pur sempre con la voglia di coinvolgere e di appassionare che mi è propria e con quella gioia di vivere e amore per le cose semplici che ormai fanno parte della mia filosofia di vita.

Detto questo c'è bisogno di qualche passo indietro, non tanti, giusti giusti quelli necessari per vedere il tutto un po' più da lontano, sotto una prospettiva più ampia, in modo da valutarlo meglio. A questo aggiungo che ho la fortuna di avere accanto Stefania che non smette un attimo di credere in questa cosa, di essere propositiva, di cercare la strada più efficace ed efficiente da seguire per portare avanti questa cosa che sente sua tanto quanto mia.

Quindi per ora il progetto Seadragon va in stand-by. Lo bozza di statuto già bella e stampata resta nel cassetto in cui giace da novembre scorso, le magliette-prototipo continueranno ad essere indossate con orgoglio. Non ci rinuncio, non si rinuncia ai sogni, in quanto tali lì sono e lì restano. E poi ne ho avuto un delizioso assaggio al Memorial di Sharm. Però voglio strutturarlo meglio, voglio incontrare lungo il percorso i collaboratori giusti che, chi più chi meno, diano il loro contributo emotivo e pratico, lascino nella Seadragon un pezzettino della loro PASSIONE. Cercheremo anche un riferimento logistico, una location ufficiale, perché MondoSub va benissimo, Roberta e Pietro sono sempre stati sinceri, corretti e disponibili con me e per questo li adoro, ma abbiamo bisogno di uno spazio nostro, di un'acqua delimitata che faccia da rifermento aggregante.

Quindi ora continuerò con i corsi messi in calendario perché c'è gente che ci tiene sul serio a proseguire il proprio addestramento e lo vuole fare con me. Dopo la pausa estiva si valuterà con quale forma riprendere il nuovo anno accademico, anche per garantire ai miei allievi una una presenza e un'offerta costanti e non dispersive, alla mia didattica un flusso di lavoro degno di nota visto quanto credono e investono in me, a me un piccolo sogno che si realizzi come sia Stefania che io lo vorremmo.
E ovviamente continuerò a riversare esperienze, pensieri e considerazioni (subbaqque e non) in questo piccolo (x il mondo) grande (x me) blog.
Guardo all'EUDI con più serenità ora, perché so che me lo godrò come membro della Family che ha tanta voglia di fare bene e PASSIONE da regalare in quantità.

Per ora è tutto.
A presto!
:-)

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